giovedì 30 ottobre 2008

“Storie di ordinaria follia”… ovvero: “Forse il buon giorno non si vede dal mattino”


Oggi Piccolo Furfante ha fatto una buona nottata e si è svegliato ad un orario umano.
La Mamma ha gridato subito al miracolo e ha ringraziato le favorevoli congiunzioni astrali che lo hanno permesso.
Così stamani il primo pensiero razionale della Mamma è stato: “Il buon giorno si vede dal mattino!”

Stava ancora finendo di pronunciare l’ultima sillaba di questa proverbiale frase, quando è stata interrotta da strani scricchioli. In un nanosecondo è balzata fuori dal letto, giusto in tempo per salvare il figlioletto intento a uscire dal suo lettino … di testa, volendo sperimentare un triplo avvitamento con torsione del busto all’indietro.

Salvato dall’agilità della Mamma ( e da una buona dose di fortuna) e sollevati entrambi per lo scampato pericolo, i due hanno iniziato allegri la loro giornata.
Il gesto eroico della Mamma (sempre pronta a difendere il suo piccolo dalle difficoltà della vita e dalla forza di gravità!) ha avuto inoltre delle conseguenze positive: ha fatto salire la di Lei autostima così come il suo ottimismo, facendole riaffermare con fiducia:“Il buon giorno si vede dal mattino!”

Il buon umore di Piccolo Furfante, unito alle giuste ore di sonno della Mamma, ha reso la colazione un momento idilliaco (Quelle viste negli spot del Mulino Bianco al confronto sembrano scene da film dell’orrore!).
Stamattina le coccole, canzoncine e tenerezze profuse sono state così melense da far venire la carie a chiunque.

Anche la vestizione, di solito subita da Piccolo Furfante come un interrogatorio dell’Inquisizione, è stata a dir poco poetica: “Ciccio (Nome che si dà Piccolo Furfante parlando di sé) bello! Mamy bella! Basssio basssio bassssio (bacio bacio bacio). ‘ncoa, ‘ncoa, ‘ncoa (ancora, ancora, ancora)”

Così Mamma e Piccolo Furfante, pronti per andare a Scuolina, scendono gioiosi le scale, saltellano e canticchiano (“Il buon giorno si vede dal mattino!”), fregandosene della pioggia che sta allagando il cortile, ormai trasformato in un lago artificiale in tracimazione.

Ma ecco in agguato…………l’ addetto al ritiro delle Rubriche telefoniche!!!
Piccolo Furfante, che da giorni gioca con il pacco da ritirare posto all’ingresso, vede l’incaricato e lancia un urlo che fa tremare i vetri di tutto il condominio: “NOOOOOOOOOO, TUTTI LIBRIIII MIIIIIIIII!”.
L’ultima rampa di scale viene fatta alla velocità della luce, stile Superman: Piccolo Furfante si è lanciato alla difesa delle SUE rubriche contro il malvagio incaricato!!
Chi vincerà questa battaglia???
La Mamma, naturalmente (!!!) che si carica sulle spalle il Paladino della Giustizia (alias Piccolo Furfante) e lo ficca senza troppi riguardi in macchina.

Un bel po’ di capricci dopo, Mamma e Figlioletto si ritrovano in coda diretti alla Scuolina.
Dallo specchietto retrovisore la Mamma guarda Piccolo Furfante che non sembra contrariato per l’accaduto e ride contento, ascoltando la canzone di Saetta.
Un bel sospiro e l’ennesimo pensiero profondo di questa giornata: “Forse il buon giorno NON si vede dal mattino”

mercoledì 29 ottobre 2008

Piove, piove… la gatta non si muove… Ovvero “Un giornata tipo nella nostra piovosa cittadina”


E beata la gatta che non si muove…
Sarebbe piaciuto anche a me starmene tutto il giorno sotto le coperte a leggere un bel libro, sorseggiando una tazzina di cioccolata calda. Con ‘sto tempo da lupi!

E invece eccomi qui presa in mille e una cosa.

La mia giornata è iniziata alle 6.23 quando Piccolo Furfante ha deciso che era ora di alzarsi. (Vigliacco: si sveglia presto solo quando Papà Ema è via per lavoro!!)

Dopo 10 minuti buoni di coccole, ricatti e ninna nanne, finalmente decide di richiudere gli occhi e dormire (LUI) fino alle 8.00, mentre IO, ormai irrimediabilmente sveglia, fisso il soffitto e ascolto la pioggia cadere. Un mio minimo movimento, anche impercettibile, risveglierebbe Piccolo Furfante e quindi è meglio respirare piano, fissare il nulla e canticchiare la famosa canzoncina “piove, piove, la gatta non si muove…”

Quando si sveglia Piccolo Furfante è attivo in 10 nanosecondi e in 10 minuti netti è “collazionato” (si è ingurgitato cioè 300 ml di latte freddo (GUAI SCALDARLO!!), 2 biscotti e un pezzo di pane), ha ridotto la cucina in una discarica pubblica, si è vestito in qualche modo e cerca di pettinarsi per uscire. Il tutto accompagnato da un dolce sottofondo di lamentele (“MAMMAAA, latte scooootttaaa), mugugni (“tataatatata…” ) e racconti incomprensibili della nottata appena trascorsa (“treno, zio marcy, lupo buono..”). La mamma ci mette un po’ a carburare (ecco perché di solito ci pensa Papà Ema!), ma oggi, vista l’assenza del papà, deve essere attiva e pimpante in men che no si dica!

Così alle 8.15 mamma e Piccolo Furfante sono già fuori di casa diretti verso la “scuolina” (leggi: NIDO) e la scelta si fa ardua: automobile o canoa?
Piove talmente tanto che l’idea di salire in auto, mettere in moto, fare tutto il tragitto accompagnata dal rumore dei tergicristalli (Gnip, Gnip, Gnip…), cercare di spannare il vetro appannato mettendo il riscaldamento a manetta, mi deprime!
Forse prendere la canoa di Papà Ema chiusa in garage non sarebbe una cattiva idea?
Ed ecco che improvvisamente ricomincio, senza accorgermene, a cantare quella fastidiosa canzoncina “Piove, piove, la gatta non si muove…”

OK! Coraggio: saliamo in macchina e …
domani è un altro giorno……… di pioggia!!

P.S.
Questo breve racconto lo dedico a Papà Ema, beatamente al caldo sotto il sole californiano!! E non dire che stai lavorando?????!!!

martedì 28 ottobre 2008

"C'era una volta..." ovvero "Come ti boicotto un racconto"


Luogo: Stanza del Piccolo Furfante Alex, luci soffuse, tepore diffuso

Ore: pre-nanna serale (21.30 circa)

Protagonisti: Papà Ema, Piccolo Furfante e Cappuccetto Rosso

Voce narrante: la mamma, che ascoltava con l’interfono tutta la vicenda



Premessa:
Papà Ema coglie l’occasione (finalmente una sera che è a casa ad un orario umano!), di mettere lui a nanna Piccolo Furfante, raccontandogli una delle sue storie preferite (Cappuccetto Rosso, appunto)
Piccolo Furfante è già lavato e “pigiamato” (infilato a forza nel suo pigiama), sdraiato nel suo lettino ed in attesa del racconto.



Papà Ema attacca con l’intro: “C’era una volta una bambina di nome…”

Piccolo Furfante: “Ciccio!” (N.B. Ciccio è il nomignolo che affibiamo a Piccolo Furfante quando fa qualche monellata)

Papà Ema: “No…Capuccetto Rosso”

Piccolo Furfante:“No, no! Ciccio”

Papà Ema: “ Va bene: Ciccio Capuccetto Rosso!”

Papà Ema continua per niente scoraggiato: “Un giorno la mamma di Ciccio Capuccetto Rosso le chiede di andare dalla nonna che è tanto malata e che non può andare…”

Piccolo Furfante: “…sull’aereo” (la nonna di Piccolo Furfante è appena stata in vacanza!)

Papà Ema: “No: non può andare… a trovarle perché malata!”

Piccolo Furfante, per nulla convinto: “Aaaaahhh”

Papà Ema: “La mamma di Ciccio Capuccetto Rosso prepara un cestino da portare alla nonna pieno di…”

Piccolo Furfante: “Niente!”

Papà Ema: “No! Di cose buone da mangiare!”

Piccolo Furfante tutto arrabbiato: No! Niente, niente, niente!”

Papà Ema
, per non far scatenare crisi isteriche, accondiscende: “Ok… era un cestino vuoto, senza niente dentro!”

Piccolo Furfante
tutto soddisfatto: “si… niente niente niente ‘entro!”

Papà Ema continua il racconto: “La mamma raccomanda a Ciccio Capuccetto Rosso di non andare nel bosco, ma di seguire il sentiero…”

Piccolo Furfante
: “bosco si si … sentiero No! Bosco, bosco..”

Papà Ema, preoccupato per l’evolversi della storia: “Si Ciccio Capuccetto Rosso poi va nel bosco, ma la mamma non vuole perché è pericoloso, c’è il lupo cattivo!”

Urlo straziante di Piccolo Furfante: “Noooooo!! Lupo buono buono!! No brutto !”

Papà Ema, ormai contrariato: “Il lupo è cattivo, infatti poi si mangia sua nonna!”

Piccolo Furfante preoccupatissimo: “No lupo non mangia MIA nonna!!!”

Papà Ema: “Il lupo non mangia TUA nonna, ma la SUA!”

Piccolo Furfante in lacrime:” No, MIA nonna no!! MIA nonna no!!”

Papà Ema esasperato: “ Va bene, ho capito: ti racconto la storia del pesciolino Nemo stasera.”


FINE... mentre la mamma se la ride!

venerdì 17 ottobre 2008

Belle Persone


Venerdì sono andata alla presentazione del libro pubblicato da una mia cara amica nonché insegnante di Yoga pre-Alex. Ci siamo riabbracciate dopo tanto tempo e ho rivissuto, in un attimo, tutti i momenti condivisi insieme: i progetti, i sogni, le risate, i momenti di sconforto, le battute…
Presa dalla marea di emozioni che mi ha sommerso, ho seguito poco le sue parole e mi sono persa nei miei mille pensieri. Uno tra tutti: quante “Belle Persone” hanno fatto e fanno parte della mia vita! Volti, immagini ed eventi che si sono riaffacciati prepotentemente alla mente. Una stretta alla gola e tanto calore nel cuore.
Definire cosa intendo per “Belle Persone” non è facile, eppure non trovo espressione più adatta di questa. Tutte diverse tra loro per carattere, esperienze e modo di porsi, hanno in comune però la capacità di aver saputo illuminare con la loro luce la mia vita, di averla arricchita di sapore, di averla spinta in direzioni inaspettate. Penso alla coraggiosa Liz, sola a San Francisco, alla creativa Anne sempre in cerca di un nido, a Paoletta coerente e tranquilla, all’energetica Luisa, pronta sempre ad incoraggiare e a mio marito, la mia roccia (contro cui spesso mi infrango e in cui, ancora più spesso, trovo rifugio)…
Questo discorso sembra un po’ banale, ma oggi volevo condividere questa piacevole sensazione che mi invade: l’impressione che tutti questi incontri non siano stati solo frutto del caso e che ognuno di essi mi ha portato esattamente qui dove sono ora.
Volevo quindi ringraziare tutte loro perché troppo presa dagli eventi, troppo indaffarata nelle mie preoccupazioni quotidiane spesso dimentico quelli che mi stanno intorno.
Chissà poi se qualcuna di queste persone “speciali” è cosciente di essere stata così importante per me?