giovedì 27 novembre 2008

“Vita da mamma… vita da star!”


La vita della Mamma è sempre incasinata (come quella di tutte le mamme, d'altronde). La noia non è contemplata nel suo vocabolario e monotonia è un termine ormai in disuso in casa P.

La vita della Mamma, più che ad una telenovela, assomiglia ad un film, anzi a più d’uno. Non ci credete?

In casa P. il postino suona sempre 2 volte (Bob Rafelson) perché al primo squillo di solito la Mamma è intenta a 1) rincorrere Piccolo Furfante per le camere cercando di vestirlo 2) bere, con la mano che non tiene i vestiti, una tazzina di caffè 3) cercare le chiavi della macchina rovistando nella borsa con il naso 4) urlando a squarcia gola “Hanno suonato al citofono! Qualcuno può andare a rispondere???”

Settimana scorsa poi c’è stata la stangata (George Roy Hill): è arrivato il conguaglio della bolletta dell’ENEL. La Mamma ci stava quasi rimanendo secca… e così ha deciso: il postino può anche suonare due, tre, quattro… mille volte, ma qui non apre nessuno!!! CHIARO???!!!

Tre metri sopra il cielo
(Luca Lucini) è esattamente l’altezza raggiunta dai biscotti Ringo scagliati da Piccolo Furfante una mattina che non aveva voglia di fare colazione. Al lancio è seguito il grido straziante della Mamma, armata di spugnetta:“Non ti muovere (Sergio Castellitto)”. Grido inutile: Piccolo Furfante aveva già agguantato un altro paio di Ringo!! ARGH!

Papà Ema è attivissimo di prima mattina e di solito è Fuori in 60 secondi (Dominic Sena)… non dal letto, ma da casa!

La Mamma ha proibito tassativamente di portare giocattoli in balcone in quanto di solito se ne vanno via col vento (Victor Fleming) lanciati da Piccolo Furfante con la forza necessaria ad un missile spaziale per sganciarsi da terra. Ad ogni decollo di solito segue la frase rassegnata della Mamma “Domani è un altro giorno!”

Mare dentro (Alejandro Amenabar) è quello che ci ha detto la vicina di ombrellone tedesca quando Piccolo Furfante si è bevuto tutto un secchiello di acqua di mare: “Vostro pimpo, mare dentro”. Certo… e anche una quantità imprecisata di batteri, petrolio, cherosene e retrovirus!

Galline in fuga
(Peter Lord - Nick Park) non è un bel film d’animazione per bambini, ma il risultato di una visita ad una fattoria-didattica insieme a Piccolo Furfante. Sì che il proprietario ci aveva avvertiti: “Non aprite quella porta (Marcus Nispel)!”

“Prendimi l’anima (Roberto Faenza), MA LASCIA STARE QUEL VASO!” è quello che ha urlato ieri la Mamma a Piccolo Furfante intento a sperimentare la resistenza di suddetto vaso sul pavimento.
Ad onor di cronaca: Piccolo Furfante ha preferito il vaso all’anima della mamma!”

La macchia umana
(Robert Benton) è Piccolo Furfante quando viene riconsegnato alla Mamma dalla tata della mensa. Quintali di “scioglimacchia” non possono nulla contro il ragù color rosso fosforescente della mensa! ARGH!!

Sempre in ambito lavanderia, la Mamma deve affrontare, almeno una volta a settimana, il mucchio selvaggio (Sam Peckinpah) ovvero il bucato!!! Un’impresa titanica… credetemi sulla parola!

E per finire, un classico: la febbre del sabato sera (John Badham) che è quella che colpisce sempre Piccolo Furfante quando si è pianificata un’uscita nel weekend. E’ una febbre misteriosa e subdola perché è già scomparsa il lunedì mattina …


Potrei continuare... ma forse è meglio fermasi qui!!

lunedì 24 novembre 2008

“Mammmaaaa… IO scappo!” ovvero “Notti agitate!”


Premessa: Piccolo Furfante parla di giorno, ma soprattutto di notte. E’, infatti, nel buio e nel tepore notturno che il pargolo (sempre dormendo – LUI!) da’ il meglio di sé.
Sì, perché non è che se ne esca con due o tre parole ogni tanto, buttate lì a casaccio…NOOOO…PF si diletta in veri e propri discorsi, declamati a gran voce.
La Mamma non apprezza molto questa sua particolarità che la tiene sveglia anche ore, mentre Papà Ema (anche lui gran parlatore notturno, ma meno logorroico del figlioletto!) fa orecchie da mercante e continua a dormire indisturbato.

Dopo ore di sonno perso e inutili tentativi, anche scaramantici (es. leggergli la storia prenanna che lo aveva ammutolito la notte prima, infondere per lo stesso numero di volte la bustina di camomilla nella tazzina, infilargli sempre lo stesso paio di calze…), ora la Mamma ha scoperto un buon rimedio: rispondergli! Naturalmente questo non lo fa tacere, ma almeno la mamma si diverte un po’.

Ecco il discorso di stanotte:

Piccolo Furfante:
“ Darlo (Carlo, un amico di PF che è venuto a giocare con lui ieri) gande ( grande). Io picciolo!”
La Mamma: “Certo tesoro: Carlo ha sette anni e TU due e mezzo!”
Piccolo Furfante: “Darlo gande, mamma gande… Visa (Elisa) e Io piccioli!”
La Mamma: “Interessante ragionamento! Non mi diventerai mica un filosofo? Non guadagnano un granchè i filosofi!”

Piccolo Furfante: “Io VINCIOOO (vinco)!”
La Mamma: “Se ti senti così fortunato, domani giochiamo al superenalotto, che ne dici?”

Papà Ema si rigira nel letto e mormora un generico “SSSSSHHHH!”, non si sa bene indirizzato a chi.

Piccolo Furfante:
“Io vao (vado) a Milano-Tatonna (Milano-Cadorna ovvero l’ultima fermata delle Ferrovie Nord Milano)
La Mamma: “Va bene, però domani mattina dobbiamo andare a scuolina!”
Piccolo Furfante: “Sidney!”
La Mamma: “Beh, lì la vedo un po’ più difficile. Poi papà se non ci vede tornare per cena, si preoccupa!”

Papà Ema mugugna qualcosa di non ben decifrato.

Piccolo Furfante
: “din, don, din don!”
La Mamma: “Questa non l’ho proprio capita! Però sono due ore che stai facendo un gran casino e ora la mamma è stanca! Se devi dire qualcosa di importante, dilla adesso, se no dormi!

Piccolo Furfante: “Mamma… IO scappo!”
La Mamma: “Anch’io, tesoro!”

E da sotto le coperte, papà Ema se ne esce con un: “Pure io, se non state zitti tutte e due!”

giovedì 20 novembre 2008

“Brumm-brumm-mamma!” ovvero “Mamma al volante, pericolo costante!”


La Mamma quando va in macchina diventa una iena con chi infrange il codice della strada, perde il suo (già poco) self-control e si arrabbia di “brutto brutto brutto”.
Con l’arrivo di Piccolo Furfante ha dovuto, inevitabilmente, modificare il suo forbito vocabolario, scaricando il suo disappunto con frasi tipo “Perbaccolina!” – “La Peppuzza, che manovra!” – “Mi congratulo con lei per l’inventiva?!” – “Guarda… c’è Schumacher!?”
Stufa e sconcertata di fronte a questi comportamenti ( spesso molto pericolosi), costretta a subirli senza potersi difendere, la Mamma un giorno decide di essere creativa e di viverli con più ironia (con buona pace dei suoi nervi e del mal di stomaco!).
Da questa scelta di vita, nasce l’elenco che trovate qui sotto che tratta di storie di vita vissuta (anche se non solo da me, fortunatamente!) e di automobilisti davvero “particolari”…


L’automobilista sfaticato che dopo aver imboccato una rotonda ed averla percorsa quasi interamente, accortosi di avere superato l’uscita giusta, rifà tutto il giro in retromarcia.

L’automobilista frettoloso
che, imboccata contromano una strada (stretta) a senso unico e bloccato dall’auto che sopraggiunge in senso corretto, urla dal finestrino “Si sposti! Ho fatto la strada contromano per fare più veloce e lei mi fa perdere tempo!”

L’automobilista egocentrico che accosta un’automobile appena parcheggiata (correttamente), abbassa il finestrino e dice sgarbato “Lei da qui se ne deve andare. Questo posto è MIO!” la proprietaria dell’auto, pensando di essere in torto risponde” Mi scusi, non avevo visto che stava aspettando!”. L’automobilista ribatte:“Io non stavo aspettando, ma sono abituato a parcheggiare in questo posto e lei me l’ha rubato!”

L’automobilista previdente
che in panne all’uscita di una curva a gomito mette il triangolo sopra il tetto della sua macchina, invece che prima della curva stessa. La macchina che sopraggiunge, ignara del pericolo, si trova di fronte l’ostacolo ma riesce a frenare in tempo ed evitare il tamponamento. L’automobilista previdente, tranquillo tranquillo, si avvicina ed orgoglioso afferma “Avevo proprio ragione: mettendo il triangolo sul tetto invece che per terra si vede molto meglio!!!”

L’automobilista critico
che, fermatosi a chiedere informazioni, trova una persona che non sa fornirgli l’indicazione richiesta e così la redarguisce bruscamente: “Si vergogni!”

martedì 18 novembre 2008

“Siii…. Pesssseeee, Siii…Faccio BRAVOOO!!” ovvero “Le conseguenze di una dieta salutista”


Premessa: la Mamma è una salutista in quanto a dieta di Piccolo Furfante (che poi predichi bene e razzoli male, questo è un altro discorso. A proposito: devo ricordarmi di comprare il barattolo di Nutella da 500 gr che ho finito ieri sera insieme ai Ringo al cioccolato!).
Avendo poi incontrato un Pediatra “duro e puro” in quanto ad alimentazione, Piccolo Furfante non ha avuto scampo fin dalla nascita: tutto deve essere più che naturale, frutta invece di dolciumi, formaggio di alpeggio invece di formaggini fusi, torte caserecce invece che merendine…
Insomma la Mamma ha allevato un buon gustaio (e intanto Papà Ema paga…).
I suoi gusti, quindi, sono stati “traviati” da questo tipo di alimentazione, più vicina a quella di uno chef francese che a quella di un bambino di 2 anni!

La Mamma, a volte, però pensa di avere un pochino esagerato…


Scuolina, ore 13.00. Tata ‘Nto riconsegna Piccolo Furfante alla Mamma. La rassicura sulla condotta del frugoletto (sembra che sia stato un angioletto! “Deve aver confuso il bambino”, pensa tra sé la Mamma “facciamo finta di niente!”). Tata ‘Nto fa poi l’elenco di tutte le attività svolte, fino ad arrivare alla presentazione del menù del giorno e a questo punto con fare circospetto, si avvicina alla Mamma (che pensa: “Ecco lo sapevo, si è accorta di aver sbagliato bambino!”) e le sussurra: “Sa, è strano! Ieri non ha mangiato la torta al cioccolato dicendo che “ è cattiva, cattiva!” e oggi invece del budino alla vaniglia ha voluto una mela! E’ sicura che stia bene? Magari ha un po’ di mal di pancia!”
La Mamma, diplomaticamente, ribadisce: “E’ probabile! Certo…” e tra sé pensa: “Non è che mi potrebbero invitare a pranzo, qualche volta?” Lei almeno apprezzerebbe!

Fine Cena. Mamma e papà Ema (nel più puro spirito di coerenza) si stanno strafogando di panettone. Piccolo Furfante li guarda con non curanza e chiede un dolcetto anche lui.
Gli si porge un pezzo del suddetto panettone, che viene immediatamente rifiutato. Papà Ema, allora, si guarda in giro e va a recuperare una scatola di mandorle, nocciole e noci sgusciate che sa piacere. Piccolo Furfante è al settimo cielo e si avventa come un assatanato sulla leccornia. A un certo punto, comincia a sputacchiare e fa una faccia visibilmente disgustata.
“Catttttivvvooo!! Catttiiiivvvoooo!” urla con tutto il fiato che ha.
La Mamma e Papà Ema si guardano perplessi: oddio si sarà mica mangiato un guscio?! La Mamma pensa già di telefonare al servizio consumatori e sporgere denuncia, quando invece scopre l’arcano: insieme ai semini c’erano anche degli smarties al cioccolato. Evidentemente non apprezzati!! ARGH!


Mattina, ore 8.30. Piccolo Furfante è nella fase “oggi a scuola non ci ho voglia di andare e così corro come un indemoniato per casa inseguito dalla Mamma, che poi si stanca e magari mi tiene a casa”.
La Mamma è invece nella fase “oggi a lavorare non ci ho voglia di andare e ti capisco benissimo Piccolo Furfante, ma lo sai che la Mamma al mattino non tiene pazienza e diventa una iena!”
E così, acchiappato al volo Piccolo Furfante lanciato a bomba verso il balcone, la Mamma ha modo di sfoderare tutta la sua sapienza pedagogica: “E che CCCAAAVVOOLLO!! E’ ora di andare a scuola!! La mamma è STUFAAA di passare la mattina a rincorrerti!”
Piccolo Furfante, ride piacevolmente divertito…
La Mamma: “ ORA sono proprio arrabbiata. Stasera niente pesce a cena!”
Piccolo Furfante, con gli occhioni disperati: ““Siii…. Pesssseeee, Siiii…Faccio BRAVOOO!! Pomesso!!”


Non ho parole: La Mamma ha creato un mostro!!!

venerdì 14 novembre 2008

“Mamma… TONTA!” ovvero “L’enigmistica con Piccolo Furfante”


Piccolo Furfante parla! Cosa non ovvia: fino a qualche mese fa, ,infatti, riproduceva perfettamente ogni tipo di suono (treni, cavalli, rane, pesci, gatti, macchine…) ma pronunciava pochissime parole, giusto quelle che gli servivano per la mera sopravvivenza (papy, pappa, nonno, nonna, zio, nanna, mamy. L’ordine seguito è quello d’importanza. Notare il posto occupato dalla Mamma!!! SIGH!).
Come molti genitori più esperti ci avevano preannunciato, una volta acquistata la favella Piccolo Furfante avrebbe allietato le nostre giornate riempiendole di chiacchiere, ma soprattutto di divertimento. La casa, ora, è più rumorosa, ma lo spasso è assicurato!

Piccolo Furfante non pronuncia ancora bene alcune consonanti (specialmente la K e la R) e le sostituisce (random) con qualsiasi altra consonante a portata di mano, inoltre, se la parola è lunga (o ritenuta tale) ne elide e omette parti, non seguendo anche qui una regola fissa (può tagliare l’inizio, la fine o anche il centro di una parola!). Risalire alla parola originale a volte si dimostra più arduo che risolvere un rebus! Provare per credere…
Vediamo se ci riuscite voi???

Due giorni fa Piccolo Furfante, mentre stava giocando alle macchinine con la sua Tata, se ne esce con questa bella espressione: “Mamma… Tonta!”.
Tata ‘Aua (Laura) cerca di indagare: “Cosa volevi dire, amore?” e naturalmente Piccolo Furfante rincara la dose: “Mamma… TOOONTA! TOOOONTA! TOOONTA!”
La Tata, esperta in enigmistica, esordisce con un bel “Volevi dire: Mamma Morta?” (un po’ macabra e mena rogna la nostra Tata, ora che ci penso!). Piccolo Furfante la guarda perplesso, ma ormai la Tata è lanciata e così il pargoletto si cucca 20 minuti di spiegazioni sul concetto di morte, unite ad un racconto strappalacrime di un povero uccellino che va in paradiso (di una tristezza infame!). Fortunatamente per la Mamma, la Tata spiega che è meglio non augurare alle persone di morire, anche se poi vanno in un bel posto come il paradiso! (Meno male, va…)

Piccolo Furfante però non è soddisfatto perché, evidentemente, l’interpretazione della Tata non è stata quella giusta e così ci riprova il giorno dopo all’uscita della Scuolina (asilo).
La Mamma lo ha già infagottato per benino (felpa, giacca, scarpe, berretto antipioggia), saluta le altre mamme e si avvia alla porta con pargoletto al seguito ed è proprio sull’atrio pieno di gente che Piccolo Furfante se ne esce con un bel “Mamma… TONTA!”.
Il silenzio cala pesante, la Mamma si guarda in giro e nota delle risatine sui volti dei presenti (dura vita quella della mamma!), ma non perde il sangue freddo: spolvera in un nanosecondo tutte le sue conoscenze grammaticali, lessicali e fonetiche, ripassa le regole linguistiche di Piccolo Furfante e poi esordisce con un: “Volevi dire Mamma… TORTA??!” (ci sta tutto: ha sostituito la R con la N!). Piccolo Furfante la guarda un po’ perplesso, ma alla promessa di un bel pezzo di torta per merenda, tace ed acconsente.
La questione sembra risolta, finché a cena, mentre la Mamma e Papà Ema stanno parlando tra loro del più e del meno, Piccolo Furfante se ne esce con un bel “Papà… TONTA!”. I genitori si guardano. La Mamma è un po’ sollevata (la tonta in famiglia quindi non è solo lei!) e,certa di avere in mano la chiave di volta, spolvera un bel: “Se finisci tutta la pappa, poi papà ti da’ un pezzo di torta”. Ma Piccolo Furfante insiste: “Papà… TONTA! TONTA!”. Papà Ema prende in mano la situazione e, da ingegnere quel’è, esclama “Ma no… voleva dire Papà CONTA!”. “Conta che cosa??” chiede la Mamma. “Qualcosa!” (beh, certo! Logico!).
Piccolo Furfante, scuote la testa e continua a mangiare, ma ormai il tarlo del dubbio è stato messo…

Soluzione dell’enigma. Quella sera stessa, la Mamma e Papà Ema sono sul lettone con Piccolo Furfante per le coccole prenanna. Piccolo Furfante prende un libro e lo porge ai due genitori dicendo “…‘Tontate me!” e così Mamma e Papà Ema capiscono e iniziano a raccontargli la storia del Pesciolino Arcobaleno che va negli abissi.

P.S. Quanto è dura essere PICCOLI!!

martedì 11 novembre 2008

“Ho udito cose che voi umani…” ovvero “Come Piccolo Furfante riesce a spaccarci i timpani”


Premessa: Piccolo Furfante ha da giorni l’ossessione della musica. Ama, cioè, produrre e riprodurre suoni di qualsiasi natura, utilizzando qualsivoglia oggetto gli capiti tra le mani (cucchiai, scarpe, libri, macchinine, mestoli…), ignorando di proposito gli strumenti musicali giocattolo (forse perché producono suoni troppo armoniosi! Lui, NATURALMENTE, è un musicista post-moderno estremo!!!).

Mamma e Papà Ema, consci del fatto che trattasi solo di una fase di sviluppo (o almeno lo sperano!), vanno in giro per casa con i tappi per le orecchie. Passano, inoltre, il poco tempo libero a chiedere scusa ai poveri vicini di casa e a nascondere qualsiasi oggetto che possa diventare un possibile strumento nelle mani del loro amato pargoletto.

Detto questo, ieri pomeriggio…

Protagonisti: Nonno Gianni comodamente seduto sul divano a leggere il giornale, Nonna Carla e Piccolo Furfante in camera a giocare “a cucinare”.
Voce Narrante: La Mamma che sembrava lavorasse, ma che in realtà era ben vigile…


Nonna Carla: “E ora che cosa prepariamo di Buono, Piccolo Furfante?”

Piccolo Furfante: “Pizza, nonna… Grande piiiiizza!!”

Nonna Carla
,ignara del pericolo: “Che bella idea, avevo proprio voglia di una bella pizza. Però ci serve una pentola adatta per cucinarla!?”

Piccolo Furfante
“Vado prendere IO!” e corre al contenitore dei giochi, dove la Mamma ha nascosto sotto Kg di giocattoli le pentole di alluminio (regalo del Natale scorso, quando la Mamma era ignara di avere un figlio musicista!).

Piccolo Furfante
con in mano una decina di contenitori “Ecco nonna…. Tutte pentole prese io!” e rovescia il tutto rumorosamente a terra!
Gli occhi gli si illuminano improvvisamente…

Nonna Carla
, ancora all’oscuro di avere creato un mostro “Dai Piccolino, incominciamo a cucinare la pizza!”

Piccolo Furfante
prende due pentole in mano e comincia a sbatterle tra loro con foga, producendo rumori mai uditi prima…
Il frastuono è assordante: coperchi e pentole incominciano a scontrarsi tra loro. Un fracasso indicibile!!

Nonna Carla
, improvvisamente realizza di aver dato sfogo agli istinti musicali del nipotino e cerca di arginare: “Ma che bravo… però prova a fare musica un po’ più piano!” - “No, non sbattere le pentole sul muro! No, nemmeno sul mobile va bene!!”

Piccolo Furfante non demorde! Il chiasso aumenta!

Nonna Carla, gioca allora un’altra carta: “Prova a far sbattere due coperchi tra loro! Bravo così… visto che bel suono produci!”

Non è che si possa proprio definire musica, ma per lo meno Nonna Carla è riuscita a rendere il rumore più contenuto e sopportabile.

Nonna Carla
ha ora bisogno di due cose:
1) far riposare un attimo le sue orecchie
2) distrarre Piccolo Furfante per nascondere pentole e pentolini

Grazie all’esperienze maturata negli anni, se ne esce con : “Piccolo Furfante, amore della tua nonna, vai da nonno Gianni a fargli vedere come sei bravo a suonare!”

Piccolo Furfante non se lo fa ripetere due volte, corre in soggiorno sbattendo allegramente i coperchi “NOOOONNNNNO… Io bravvvoooo: Suuooono!”

Nonno Gianni preso alla sprovvista e stordito dal fracasso: “Sei proprio bravo! Cosa suoni: I PIATTI???

Piccolo Furfante, smette di suonare e tutto risentito: “NO NONNO!! IO SUONO LE PENTOLE!!”


…Beata innocenza!!!

venerdì 7 novembre 2008

“Di giochi, bimbe e casine” ovvero“Lezioni di vita tra uomini"


Premessa: Mancano 26 ore al grande giorno: domani pomeriggio finalmente festeggeremo Halloween! Un po’ in ritardo vero? Colpa di Papà Ema che è sempre in giro per il mondo ( Sigh! Sigh! Sigh!), ma che per farsi perdonare ci ha riempito di gadget “made USA”.

La casa è stata invasa da zucche, fantasmini, ragnetti, streghette e ogni sorta di diavolerie. I dolcetti (e gli scherzetti) sono già pronti e l’adrenalina è al massimo.
Piccolo Furfante non sta più nella pelle e ad ogni ora del giorno e della notte chiede con fare sognante: “Bimbe ‘desso??!!” che tradotto suona : “Vengono oggi le miei amichette?”.
Ebbene sì: Piccolo Furfante ha in prevalenza amiche bimbe e sabato lo verranno a trovare ben in 6!

Detto questo, ieri sera, subito prima di cena…

Luogo
: Corridoio di casa
Protagonisti: Papà Ema e Piccolo Furfante stanno giocando ai “gatti” (vanno cioè in giro per casa producendo versi confusi che dovrebbero essere miagolii, camminando a quattro zampe e contribuendo alle pulizie domestiche: pulendo cioè con i loro vestiti il pavimento!)
Voce Narrante: La Mamma, tutta presa a preparare la cena, ma con un occhio vigile sui 2 gattini

Papà Ema, passando a quattro zampe davanti alla porta della cucina: “MMMMIIIAAAOOO, MIIIIAOOO… Allora, sei contento Piccolo Furfante che sabato vengono a trovarti le tue amichette?”
Piccolo Furfante, a gattoni, cercando di stare dietro al Papà: “MMMIIIAAOOO… Siiii!!! Bimbe ‘desso!!”
Papà Ema: “MIIIAOOO… no, non vengono adesso. Ti vengono a trovare sabato per la festa di Halloween! Così potrete giocare insieme”
Piccolo Furfante: “SI SI… gioco ‘nsieme!”
Papà Ema, con lo sguardo da felino indagatore: “Ma le fai giocare con i tuoi giochini??”
Piccolo Furfante, sicuro di sé: “SI! SI! Tutti giochi!”
Papà Ema: “Proprio con tutti i giochi? Con i tuoi trenini le fai giocare?”
Piccolo Furfante: “SI! SI! Tutti ttttennini”
Papà Ema,con voce rassicurante: “E’ bello giocare insieme alle tue amichette, vero? Anche se non ci sono maschietti, è bello lo stesso giocare con le femminucce?”
Piccolo Furfante, tutto contento: “Si bello con ‘Momucce!!!”
Papà Ema: “Si, è bello giocare con le Femminucce!” – “Ma le fai entrare nella tua casetta? (N.B. Casetta di plastica a grandezza bimbo, posta al centro del corridoio e di cui Piccolo Furfante è molto geloso!)
Piccolo Furfante, trasognante: “SI! SI! ‘Momucce dentro a MIA casetta!!”
Papà Ema avvicinando a sé Piccolo Furfante, con tono serio, pronto a rendere partecipe il suo pargoletto di un intimo segreto: “Ricordati le mie parole… una volta che le fai entrare in casa tua, le ‘Momucce non se ne vanno più! All’inizio è bello, ma poi la cosa si fa dura!!”
Piccolo Furfante: “Dura, dura, dura, dura…”
Segue sospiro di Papà Ema e la voce accigliata della Mamma: “MASCHIETTIII è pronta la pappa. Di corsa a lavare le mani!”

mercoledì 5 novembre 2008

“Oh, say can you see, by the dawn's early light...” ovvero “Ooobba’aa viiiinto!”


Dopo un lungo sonno ristoratore, stamattina sono stata svegliata da strani rumori provenienti dal corridoio.
Nella camera nessuna traccia né di Piccolo Furfante né di Papà Ema. Così, mi sono rigirata nel letto, ho tirato ben su le coperte e mi sono detta: “Non è niente! Continua a dormire!”

I rumori però si sono ben presto intensificati, diventando più distinti: risate, passi e una strana canzoncina in sottofondo.

Incuriosita sono balzata fuori dal letto e, uscita dalla stanza, sono stata accolta da una visione onirica: Papà Ema e Piccolo Furfante che saltellavano per casa, cantando ad unisono “Obama ha vinto! Obama è il nostro presidente!”

Dopo 5 secondi di stordimento in cui strani pensieri mi si sono materializzati nella mia mente (“Sto ancora sognando!” “Hanno bevuto ENTRAMBI!!!” – “Papà e Piccolo Furfante hanno la febbre e sono in preda al delirio!” e la variante “Papà e Piccolo Furfante sono stati morsi da una tarantola e non riescono a stare fermi!”- …), ho realizzato che i 2 stavano festeggiando la vittoria di Obama!

Rassicurata di non avere a che fare con dei pazzi/malati/drogati, aggiornata sui fatti del giorno e contenta anch’io di avere un nuovo Presidente, mi sono unita al coro e sono corsa a scolarmi la mia bella tazza di caffè Starbucks (e che cavolo!”).

Piccolo Furfante ha continuato a canticchiare ancora per un bel po’ (“Oooba’aaa viiiinto!”) e, non soddisfatto, ha voluto rendere partecipe la sua Tata della grande novità: invece del solito CIAO, la povera Tata è stata salutata con un bel “Oooba’aaa Pesidenne!”…

Che dire… un vero americano!!!!

lunedì 3 novembre 2008

“Di Maschietti e ‘Momucce” ovvero: “Come un maschiaccio cambia la vita di una mamma!”


E’ da un paio di settimane che Piccolo Furfante afferma con convinzione di essere una ‘Momuccia (Femminuccia), colpevole anche il fatto che tutti i suoi amici sono bambine e lui si ritrova perso in mezzo a chiacchiere di donnette in erba, gonnelline “fru fru”, bambole e fiocchetti in testa. (“Ne godrà appieno quando sarà più grande!” predice compiaciuto Papà Ema).

Durante una notte insonne, trattenendo a stento le risate (per non svegliare tutti i dormienti), ho pensato a quanto del Maschietto abbia già il mio Piccolo Furfante e come questo abbia influenzato la mia vita di mamma.

Ecco qui un elenco di cose che la mamma di un Maschietto deve aspettarsi:

1) Utilizzerete abitualmente frasi del tipo “Sceeeeendi subito dalla libreria!”, “Quante volte ti ho detto che non ci si tuffa a faccia in giù dal divano!”, “Non si sta in piedi sul tavolooooo della cucina!”, “Sei rimasto ANCORA incastrato sotto il letto!!!”, “Gli scaffali non sono fatti per appendercisi sopra, cribbio!!”

2) Se risulterà un appassionato di Thomas & Friends (alias Trenino Thomas), la Mamma conoscerà a memoria, una per una, il nome delle singole locomotive, i colori delle loro carrozzerie, le funzioni, le varianti e ogni singola storia ad esse collegata. La vostra memoria ne beneficerà, il vostro portafoglio meno!

3) Riconoscerete dal rumore del motore ogni singolo mezzo di trasporto esistente al mondo, anche quelli di cui non avevate mai sospettato l’esistenza. Saprete distinguere senza problemi ad una distanza di 20 km un’autobotte da una macchina per il lavaggio strade, una ruspa da una asfaltatrice. Diventerete così abili da poter partecipare ad un quiz televisivo o essere assunte da una concessionaria di mezzi pesanti!! In ogni caso questa vostra capacità potrebbe diventare remunerativa!!!

4) Conoscerete alla perfezione ogni singolo lavoro in corso lungo il tragitto che percorrerete abitualmente con il Pargoletto, per poterlo intrattenere alla vista di gru che sollevano enormi blocchi di cemento, escavatrici che sventrano il vostro amato parco, asfaltatrici che bloccano la circolazione causando chilometriche code. Sarete più aggiornate dell’Infotraffic. Non sottovalutate questa vostra nuova competenza: potrete guadagnare un po’ di soldi facendovi assumere a ISORADIO.

5) Utilizzerete con il vostro figlioletto ogni sorta di mezzo di trasporto a patto che
- Abbia delle ruote
- Abbia un motore
- Abbia un motore molto potente e rumoroso
- Produca dei forti movimenti sussultori o ondulatori
- Sia dotato di una finestra/finestrino per poter salutare la gente per strada
Fanno per voi treni (anche a vapore), tram, bus, funicolari, Ape car, trattori…

6) Rimarrete sorprese nel constatare che in un prato fiorito, raccoglierà per voi solo trifogli o erbacce velenose, lasciando i numerosi fiori (belli e colorati) lì dove Madre Natura li ha posti. Vi meraviglierà comunque il fatto che sarete felicissime di questo regalo e nessun mazzo di fiori prima di questo vi sembrerà così bello!!!!

… Continua…

sabato 1 novembre 2008

“Halloween e il Fungo magico” ovvero “Come ti “smonto” la mamma!”


Luogo: Pomeriggio piovoso, Mamma e Piccolo Furfante sono un po’ annoiati e hanno tanta voglia di divertirsi.

Premessa: La Mamma per rallegrare un po’ il pomeriggio passato in casa ed iniziare i preparativi della festa di Halloween che si terrà settimana prossima (al rientro di papà Ema) decide di giocare al gioco dei travestimenti.
In un grande cestone ha accumulato tanti vestiti da indossare per poter giocare un po’ con la fantasia: c’è un vestito da cane,il cappello di zorro, le orecchie da Easter Bunny, un cappello da strega e le orecchie di Minnie…

La Mamma è agghindata con un cappello e delle alette da fatina color rosa confetto ed impugna una bacchetta magica. Svolazza leggiadra (come un elefante in tutù) per tutta la casa.
Piccolo Furfante è vestito da dinosauro con un costume verde a pallini gialli fosforescenti e lancia terrificanti urla per rivendicare il proprio territorio

La Mamma
sventolando la sua bella bacchetta pronuncia (con un certo compiacimento) le parole magiche: “Ora la tua Fata Madrina ti trasformerà in qualsiasi cosa tu voglia!” Segue assolo sul tema di “Salacadula…”
Piccolo Furfante guarda esterefatto la Mamma ed esclama perplesso: “Mamma no ‘tina (Fatina), FUNGO!”
La Mamma dà un’occhiata al suo travestimento, nel dubbio di aver sbagliato costume, e forte delle sue conoscenze in materia (Un fungo non porta certo un cappello rosa a stelline argentate e delle ali trasparenti !!) afferma: “No tesoro, la Mamma è proprio una Fatina. Guarda qua: ha le alette rosa, il cappello fatato e la bacchetta magica!”
Piccolo Furfante contro ogni evidenza: “NO! Mamma FUNGOOOO!”
La Mamma è visibilmente contrariata e decide di accrescere le competenze di suo figlio. Pensa, infatti, tra sè: “Se gliela dò vinta, crescerà pensando che i funghi si vestono da fatine! A scuola sarà additato come “il bambino che pensava che le fate erano dei funghi!” Giammai!
Presa dalla crociata educativa, la Mamma afferra il libro "100 e 1 favola" e va, sicura, al racconto di Cenerentola. Poco dopo esclama soddisfatta, sventolando sotto gli occhi del figlioletto l’immagine della Fata Madrina: “Vedi tesoro, questa è la Fata Madrina di Cenerentola, quella che esaudisce tutti i suoi desideri! Osservala bene, attentamente: ha due alette, il cappello e la bacchetta magica come la tua Mamma. Quindi la mamma non è vestita da fungo, ma da FATA MADRINA!!”
La Mamma si congratula con se stessa: spiegazione chiara, lineare e con tanto di dati oggettivi (immagine della Fata dimensioni 10x15 cm). Certo, non è così in sovrappeso come la Fata Madrina di Cenerentola, ma ha quei 2/3 chili in più che le vengono in aiuto.
Piccolo Furfante, guarda il disegno, scruta la mamma e afferma con tranquillità serafica: “Mamma no ‘tina, FUNGO!”
La Mamma ora ha due possibilità:
OPZIONE 1: incaponirsi ed iniziare una discussione snervante che sa già persa in partenza: è conscia,infatti, che NON riuscirà MAI a far cambiare idea al suo amato figlioletto!
OPZIONE 2: accontentarlo, nella consapevolezza che l’essere additati come “il bambino che pensava che le fate erano dei funghi” non è poi così male. Poteva andare anche peggio!!

La Mamma
sceglie, vigliaccamente, la seconda opzione: “OK, Tesoro! Ora il tuo FUNGO MAGICO ti trasformerà in qualsiasi cosa tu voglia!” Segue assolo sul tema di “Salacadula…”